martedì 24 novembre 2015

Gemma Valente, una donna di Resia

Aveva un patronimico affascinante Bastajànawa, Gemma Valente vedova Barbarino. Ovvero era discendente di una ava, che di nome faceva: Bastiana. Nacque a San Giorgio di Resia / Bila il giorno 1° settembre 1915. Morì a Udine il 31 ottobre  2008. 
Era conosciuta in tutto il paese e pure nella valle, come la madre di quattro bambini rimasti orfani, durante la Seconda guerra mondiale. Gemma restò vedova di un partigiano deportato nel 1945 dai nazisti in campo di concentramento a Flossembürg, in Germania,  dopo essere stato fatto prigioniero nel 1944 in paese. Il partigiano, marito di Gemma, era Luigi Barbarino, Matiònow (Resia 1914 – Flossembürg 1945), arruolato nelRozajanski bataljon”, collegato al IX Corpus di Tito.
Si ricorndano i nomi di alcuni comandanti di tale reparto di partigiani, come Arturo Siega, di Oseacco, frazione di Resia; un altro comandante del “Rozajanski bataljon era Riccardo Clemente, detto "Jaja" di Gniva, frazione di Resia. Sul finire della lotta partigiana il “Rozajanski bataljon” passò sotto il comando del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Udine.

Gemma Valente a 19 anni

Gemma diede al marito Luigi Barbarino cinque figli: Antonio (1936), Irma (1939) la quale morì bambina, Lucillo (1941) Felice (1943) e Livio (1945). Antonio Barbarino e i suoi fratelli, erano detti in paese, con un affascinante appellativo pieno di storia: “To jè sin Chemin”. In idioma resiano, riconosciuto come lingua delle minoranze dalla legge statale n. 482 del 1999, il fraseggio significa: “È il figlio di Gemma”.
Nei primi anni del dopo guerra (1947-1950) Gemma Valente con un’altra signora di origine resiana, tale Felicita Foladore, scappata dall'Istria dove stava con la famiglia, organizzarono una scuola spontanea estiva. L’esperienza si tenne nell’edificio che fu della Guardia di Finanza. Negli anni trenta la stessa struttura era una scuola elementare, poi uno stallo per animali da tiro e pure un circolo ENAL, con annessa osteria. Questo primo Centro estivo per oltre 25 bambini, dove Gemma si occupava della cucina, operava con i finanziamenti del Comune, che riceveva gli aiuti dagli Americani.
«Mi ricordo – ha detto Lucillo Barbarino – che andavo con mia madre Gemma da San Giorgio a Prato col carretto, per andare a prendere i sacchi di cibo (pasta, riso ed altro) che arrivavano con la corriera a gasogeno, erano gli aiuti degli Americani per l’asilo».
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Fotografie e informazioni di Lucillo Barbarino, Udine - del 23 ottobre 2015 - intervista a cura di E. Varutti.
Luigi e Gemma Barbarino con i figli Antonio, Lucillo (in braccio) e Irma nel 1942 a Resia

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Gruppo di studio su “Storie di donne nel ‘900”, classe 5^ D  Dolciaria: allievi Veronica Clemente e Elisa Furlan;  classe 4 ^ H  Enogastronomia: allievi Morris Di Lenardo e Ludovica Pin; classe 4^B Sala e vendita: allieve Erika Vogrig e Blerentina Gashi. Coordinamento a cura dei professori Francesco Di Lorenzo (Italiano e Storia), Elio Varutti (Diritto e Tecniche Amministrative della Struttura Ricettiva); referente del progetto: prof. Giancarlo Martina (Italiano e Storia); anno scolastico 2015-2016. Dirigente scolastico:  Anna Maria Zilli. Istituto “B. Stringher”, Udine. Progetto “Storie di donne nel ‘900”, sostenuto dalla Fondazione CRUP.

Luigi Barbarino in divisa da soldato italiano, verso il 1934-1935, a Udine in Giardin Grande, chiamato poi Piazza I Maggio.

Gemma Valente, nonna di vari nipotini negli anni 1990-2000

Per altre storie su Resia, vedi in questo blog :  Tonj, il primo sarto di Resia, in provincia di Udine.

Per chi volesse leggere un articolo sulla storia della villeggiatura a Resia dai primi del '900, clicchi sulle seguenti parole:   La villeggiatura a Resia tra le due guerre mondiali

Cimeli militari della Seconda guerra mondiale e della guerra fredda. Elmetto italiano 1939-1945. Tascapane militare, periodo successivo al 1945, guerra fredda. Borraccia USA 1939-1954, forse appartenuta a un bacolo nero. “I bacoli neri, jera poliziotti vestidi de scuro, solo col manganel”. Fonte orale: signora Luciana Luciani, nata a Pola nel 1936, intervista di E. Varutti del 15 dicembre 2014, Udine. Si trattava di personale di polizia reclutato su scala locale (Trieste, Pola e l’Istria), oltre che nei paesi e colonie del Regno Unito, alle dipendenze degli alleati angloamericani, attivi a Pola, 1945-1947, e nel Territorio Libero di Trieste, 1945-1954. Gavetta di un alpino di Codroipo 1939-1945, con coperchio antecedente. È il contenitore in alluminio più grande. Gavetta del fante italiano G.G. di Percoto, 1939-1945. Il fante, con una punta metallica ha inciso il suo itinerario di guerra: “Perocotto, Udine, Ivrea, Bari, Durazzo, Scutari, Podgoriza, Nichsic, Slavnich, Lubiana, Carlovach, Finito”. Collezione privata Udine. Bustina partigiana di un appartenente al IX Corpus di Tito dell’Osvobodilna Fronta - Fronte di Liberazione della Jugoslavia, ucciso in un Campo di concentramento nazista. Nome del partigiano: Luigi Barbarino Mationawa, Resia 14.08.1914 – Flossenbürg, Kersbruch  11.03.1945. Collezione Gemma Valente, Bastajànawa, vedova Barbarino, Resia (Resia 1915-Udine 2008). Gruppo di studio sull’Ultimo Risorgimento, classe 4 ^ C Enogastronomia, anno scolastico 2014-2015. Coordinamento a cura dei professori Maria Carraria (Italiano e Storia), Elio Varutti (Diritto e Tecniche Amministrative della Struttura Ricettiva). Dirigente scolastico: Anna Maria Zilli. Istituto “B. Stringher”, Viale Monsignore Giuseppe Nogara, 33100 Udine, Italia.


Iscrizione nell'albo d'onore degli ex internati del partigiano Luigi Barbarino a cura dell'Associazione Nazionale Ex Internati. Collezione Lucillo Barbarino, Udine


Croce al Merito di Guerra per il partigiano Luigi Barbarino a cura dell'Esercito Italiano. Collezione Lucillo Barbarino, Udine

Onorificenza del distintivo d'onore per gli orfani di guerra del 26 febbraio 1959. Collezione Lucillo Barbarino, Udine

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