mercoledì 2 maggio 2018

Onori europei alle Vittime delle foibe, Tajani a Basovizza


Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa considerazione di Carlo Cesare Montani, esule da Fiume in seguito alla visita di Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo alla Foiba di Basovizza. Come si legge nel sito web de «Il Friuli» del 27 aprile 2018, si è svolto “il tour regionale del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Questa mattina, a Trieste, dopo la visita a monsignor Crepaldi, Tajani ha fatto tappa in Municipio, dove ha incontrato il Sindaco Roberto Dipiazza”.
Siamo lieti di riprendere e di pubblicare in questo blog la fotografia di Tajani a Basovizza, già diffusa nel web da «Il Friuli», che ringraziamo per la gentile concessione alla diffusione.  (e.v.)
Fotografia dal sito web de «Il Friuli», che si ringrazia per la cortese concessione alla diffusione in queste pagine
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Ecco le riflessioni sull’omaggio di Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo, al Sacrario Nazionale di Basovizza  (Trieste).
L’ossequio ai Martiri delle foibe istriane, giuliane e dalmate non costituisce un atto di ritualità ripetitiva ma esprime un riconoscimento ai più alti livelli nei confronti di una grande tragedia storica, o meglio di un delitto contro l’umanità perpetrato dai partigiani del Maresciallo Tito nei confronti di un intero popolo che ebbe la sola colpa di amare la Patria e che, oltre al sacrificio delle ventimila Vittime scomparse nelle voragini della sua triste terra, od altrimenti massacrate, spesso dopo orrende sevizie, fu costretto a quello di un Esodo quasi totalitario in cui furono coinvolte  centomila famiglie e 350 mila persone.  
Ancor prima della Legge 30 marzo 2004 n. 92 - che ha istituito il “Giorno del Ricordo” - la prassi di rendere gli onori dello Stato, per il tramite delle sue massime Magistrature, era stato inaugurato dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga (1991) e seguito dai successori Oscar Luigi Scalfaro (1993) e Carlo Azeglio Ciampi (2000) quando si recarono in devoto pellegrinaggio al Sacrario nazionale di Basovizza, sul Carso triestino: il primo per chiedere perdono del lungo velo di silenzio che la classe politica italiana aveva steso su quel dramma epocale, e gli altri, per rinnovare la partecipazione della Repubblica al dolore dei superstiti e per esprimere, ad un tempo, sentimenti di solidarietà non disgiunti da una condanna senza appello nei confronti degli assassini.
In tempi più recenti, gli appelli che il mondo esule aveva rivolto ai Presidenti successivi perché iterassero la “pietas” dei loro predecessori portando una corona al Sacrario e soffermandosi in un momento di riflessione, sono rimasti senza seguito, inducendo la facile presunzione che lo scorrere del tempo avesse dato luogo ad un immotivato affievolimento dei vecchi sentimenti solidali, erroneamente incentivato dall’ingresso nella Casa comune europea da parte della Slovenia (2004) e della Croazia (2013).

Anche per questo, l’omaggio che Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo, ha voluto rendere a Basovizza costituisce un “quid novi” che vale la pena di sottolineare, se non altro perché interrompe una serie di disattenzioni verosimilmente non casuali ma prima ancora perché costituisce la prima testimonianza di un riconoscimento effettuato da un’autorità sovranazionale come quella del Parlamento dell’Unione. E’ vero che la visita ha avuto luogo in forma sobria e riservata: tuttavia, ciò non sminuisce affatto il valore di un atto solo apparentemente formale, ma di grande valenza etica perché ha espresso, in qualche misura, un sentimento europeo, e quindi, una condivisione di valori tanto più significativa in quanto si è posta in controtendenza con qualche soverchio disimpegno istituzionale italiano.

Oggi si parla non senza fondate motivazioni di crisi dell’Europa, o quanto meno dei suoi principi fondanti, che ha trovato un esempio visibile non tanto nella progressiva burocratizzazione delle procedure o negli atteggiamenti egemonici di qualche Paese leader, per non dire delle tendenze centrifughe che hanno avuto visibilità traumatica nell’uscita della Gran Bretagna; quanto nella cancellazione di ogni riferimento cristiano, di natura spirituale, nei suoi documenti fondamentali. In questa ottica, un atto come quello del Presidente Tajani, dimostrando che l’attenzione per i valori non negoziabili non è scomparsa, è un fatto innovativo che contribuisce a confidare nell’avvento di una politica non insensibile alle “alte non scritte ed inconcusse” leggi morali tramandateci dall’antica civiltà greca. 

Caso mai, spiace che la presenza di Tajani al Sacrario non abbia avuto l’eco che sarebbe stato augurabile, proprio alla luce di un’attenzione così importante, rivolta da un’alta autorità europea ad una tragedia immensa come quella delle foibe e degli analoghi massacri compiuti nel quadriennio 1943-1947, e non soltanto a danno degli Italiani; ma ciò significa che con quell’atto si è gettato un buon seme destinato a germogliare nelle comuni riflessioni e nelle comuni preghiere.
Quello di Basovizza è un Monumento che resterà nei secoli a ricordare il dramma di un intero popolo, non disgiunto dal suo amore per la giustizia e per la verità, dal rifiuto dell’ateismo di stato e del collettivismo forzato, dalla scelta di libertà a costo di affrontare una diaspora che lo ha disperso nel mondo, ma non ha inciso sulla sua speranza e sulla sua fede. Proprio per questo, il gesto del Presidente Tajani deve essere apprezzato e condiviso.
Carlo Montani

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Servizio redazionale e di Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e E. V. - Fotografie di Carlo Montani ove non altrimenti indicato.

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