domenica 11 febbraio 2018

Memorial Cattalini all’Università della Terza Età di Udine, per il Giorno del Ricordo 2018

Alla commemorazione di Silvio Cattalini, esule da Zara, c’erano oltre 60 persone. L’evento, organizzato dall’Università della Terza Età (UTE) di Udine, in collaborazione col Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), si è svolto il giorno 8 febbraio 2018, alle ore 17, in relazione al Giorno del Ricordo. Il titolo della manifestazione era: “Memorial Cattalini - Il Comandante degli esuli e il dialogo tra le sponde dell'Adriatico”.
Elio Varutti, Maria Letizia Burtulo (al microfono), Bruna Zuccolin e Fulvio Cattalini. Fotografia di Fulvio Pregnolato

Ha aperto i lavori della serata Maria Letizia Burtulo, presidente dell’UTE. “Cattalini, uno dei nostri insegnanti più impegnati, con i suoi 45 anni di presidenza dell’ANVGD di Udine – ha detto la Burtulo – ha fatto riemergere dalle nebbie della storia i tragici avvenimenti dell’esodo giuliano dalmata e lo ha fatto con pacatezza e serenità, atto che fa sedimentare i fatti storici”.
Con molta emozione, ha poi parlato Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, subentrata allo stesso Cattalini. “Io ero la vice presidente e me l’ha chiesto lui di prendere in mano l’Associazione quando era ammalato – ha riferito la Zuccolin – e per me, ve lo assicuro, è stato un onere ed anche un onore, che svolgo con piacere per ricordare gli istriani, i fiumani e i dalmati”. Poi la Zuccolin ha svolto una relazione sul personaggio Silvio Cattalini che espresse la grande intuizione di aprire il dialogo tra le due sponde dell’Adriatico, tra gli esuli e i rimasti, tra italiani e croati sin dagli anni Ottanta del secolo scorso.

Elio Varutti, vice presidente dell’ANVGD di Udine, ha mostrato una serie di diapositive e ha presentato una biografia di Cattalini, con le parti più intense del suo esodo da Zara e della cattiva accoglienza ricevuta nella patria in cui tanto sperava.
Tra il pubblico, ha voluto dire la sua anche Anna Maria Pittana, che visse a Pola. “Dobbiamo cercare di rafforzare le radici e parlare dell’esodo soprattutto ai giovani – ha commentato la Pittana – in modo da spezzare la cortina del silenzio”. La signora, dopo aver detto di volersi iscrivere all’ANVGD di Udine, tra gli applausi dei presenti, ha letto un articolo, pubblicato anni fa, sulla figura del Comandante degli esuli, Silvio Cattalini.
L'intervento passionale di Anna Maria Pittana

Hanno preso la parola anche due figli di Cattalini: Fulvio e Daniela. Hanno ringraziato l’ANVGD di Udine e hanno annunciato che la biblioteca del padre è stata donata alla Biblioteca Civica di Udine, dove verrà istituito un fondo a suo nome. In chiusura sono intervenuti pure l’ingegner Sergio Satti, decano dell’ANVGD, e Giorgio Gorlato, esule da Dignano d’Istria.
Verso il termine dell’iniziativa ha presenziato anche Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che ha voluto complimentarsi con l’ANVGD per le iniziative intraprese per rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, nonché dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
Fulvio Cattalini mentre parla del nonno Antonio che "non ha mai superato l'esodo, mentre il papà si è dato tanto da fare per parlare dei giuliani e dei dalmati"
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Servizio giornalistico e di networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti con E.V. Fotografie di Fulvio Pregnolato, che si ringrazia sentitamente per la gentile collaborazione.

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Sitologia
- E. Varutti, La campana di Harzarich. Intervista sull'esodo istriano, 1943, on-line dal 28 ottobre 2014.

- Marina Corradi, Lettere. Foibe, il coraggio di chi denunciò i crimini e il bacio che salvò la memoria, «L’Avvenire» del 10 febbraio 2018.

Maria Letizia Burtulo, Bruna Zuccolin e Franco Iacop

L'accorato intervento di Daniela Cattalini, in  ricordo del suo babbo caro

Tra il pubblico era presente anche Sara Harzarich (a sinistra), nipote del maresciallo dei pompieri di Pola Arnaldo Harzarich che scoprì le foibe


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