domenica 20 marzo 2016

Il lavatoio del roiello di Baldasseria, Udine

L’antico lavatoio di Via Baldasseria Media è stato ripulito dai rovi, messo in sicurezza e restituito alla vista dei cittadini con un’inaugurazione pubblica. È un sito di interesse turistico, dato che è un piccolo capolavoro in cemento. Si trova vicino alla chiesa di Baldasseria.
Elio Varutti legge il testo scritto dal maestro Alfredo Orzan sull'antico lavatoio di Baldasseria

I lavori di riatto sono terminati il 7 marzo 2016, per l’interessamento dell'Associazione Insieme con Noi onlus, con il contributo dell'impresa Staffetta srl e dell’azienda Offram di Chiappa Paolo e C. sas di Udine.
«Questo lavatoio – ha detto il maestro Alfredo Orzan, storico del rione – è uno dei due superstiti rimasti integri dagli anni Trenta del Novecento. L’altro sorge in fondo alla via Baldasseria Media, presso i Casali Franzolini. Era in uso quando in questa via, lungo il lato sinistro, scorreva il roiello derivato dal canale Ledra e nel quale, dopo il suo percorso, vi si rigettava».
Il lavatoio fu dismesso e abbandonato con l’avvento in casa dell’acqua potabile e della lavatrice verso il 1965. In quel tempo il roiello fu interrato per allargare la strada. Merita un rispettoso ricordo il lavatoio perché su questa spianatoia si sono rattrappite le mani delle nostre ave. Le nostre nonne vi risciacquavano il bucato, allora fatto a mano in casa con sapone, soda e acqua filtrata nella cenere, nota per il suo contenuto potassico sgrassante.
«Portavano i panni al lavatoio con il mastello sulla carriola o con il cesto sulla testa posato sul cercine, mostrando elementi di Storia delle Tradizioni popolari – ha aggiunto il professor Elio Varutti, sociologo – il lavatoio era anche un luogo di incontri e di innamoramenti, oggi diremmo: di socializzazione».
Il sindaco Honsell legge la tabella turistica sul lavatoio. Il testo è in tre lingue: italiano, friulano e inglese, visti i numerosi turisti di varie nazionalità che passano sulla pista ciclabile da queste parti

Nel loro improbo lavoro d’inverno le donne erano rincuorate da qualche bevanda calda e dalla compagnia dei corteggiatori, che approfittavano di questa occasione per i loro approcci amorosi perché le donne, allora, conducevano una vita quasi monastica (casa, chiesa e lavoro).
Comunque la presenza di questi spasimanti era provvidenziale perché aiutavano le lavandaie a strizzare i panni soprattutto quelli più grandi, come le lenzuola, ripagati dalla bella con un sorriso o qualche soffusa promessa, manifestata sempre con un certo velato pudore.
Oltre alle periodiche risciacquature del bucato una volta all’anno (Settimana Santa), le donne portavano ai lavatoi a lavare e lucidare il pentolame di rame con strofinate di aceto, farina e cenere. In quei giorni si traeva dai ripostigli anche la biancheria delle grandi occasioni, poco usata e ingiallita, per ravvivarla e imbiancarla con ripetute sciacquature.

Il lavoro più ingrato, però, era la sfilacciatura (giugno-luglio) e il lavaggio (dopo cottura) dei bozzoli, scarti e invenduti, del baco da seta per confezionare imbottite. Il tanfo che emanavano le crisalidi sprigionate mozzava il fiato e ammorbava l’aria per giorni. Allora era una cosa usuale e nessuno si turava il naso. Ora possiamo ammirare il lavatoio nella sua geniale e funzionale architettura.
L’inaugurazione si è svolta il 13 marzo 2016. Erano presenti Furio Honsell, sindaco di Udine, assieme a Federico Pirone, assessore comunale alla Cultura e Enrico Pizza, assessore comunale alla Mobilità e all’Ambiente. Don Paolo Scapin, parroco di San Pio X, ha benedetto l’opera restaurata. 

Il taglio del nastro tricolore è stato effettuato dal sindaco di Udine assieme a Mafalda Basaldella, di 92 anni, abitante in Baldasseria. Da giovane e fino agli anni 1960-1965 la signora Mafalda era una delle lavandaie del borgo.
Tra il numeroso pubblico si sono notati anche Carlo Giacomello, vice sindaco di Udine, vari alpini del Gruppo ANA di Udine Sud e Marino Visintini, di Lega Ambiente.

Servizio fotografico a cura della Associazione Insieme con noi di Udine


Il libro del maestro Alfredo Orzan su Baldasseria è andato a ruba anche in questa occasione

Per chi fosse interessato alla storia delle bande giovanili di Via Baldasseria e Via delle Fornaci clicchi su questo articolo: Le bande di Via Fornaci a Udine, 1960.
Alcuni autori locali si sono cimentati con racconti e romanzi sugli anni 1950-1960 a Udine e dintorni, oltre a Lino Leggio, con la sua Banda delle cataste. Penso al romanzo di Daniele Murello, oppure alla banda di Chei dal ueli (Quelli dell’olio), cui faceva parte Fausto Deganutti. Erano ragazzi di Via dei Medici e di Via del Vascello, oltre il Viale Palmanova. Avevano tutti una spilletta di un distributore di benzina di Piazzale D’Annunzio, dove sta la stupenda Porta Aquileia (riprodotta qui sotto in un'immagine degli anni 1930-1940 trovata in Facebook).


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