mercoledì 9 dicembre 2015

Bella, divina la mostra di Palazzo Strozzi a Firenze

Mi riferisco alla rassegna intitolata “Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana”, aperta dal 24 settembre 2015 al 24 gennaio 2016 a Palazzo Strozzi a Firenze. Nei primi giorni di dicembre era già un evento record, con i suoi 75 mila visitatori.
Madonna II
Edvard Munch (Løten 1863-Ekely 1944), 1895-1902, litografia colorata a mano, mm 605 x 445. Collezione privata.
Ars Longa, Vita Brevis/Tor Petter Mygland, Oslo

Vorrei iniziare questa recensione con il frammento n. 1100 di Novalis, che recita: «Il bello è il visibile per eccellenza». Ho visitato la mostra durante il ponte dell’Immacolata, come dice la gente. Ciò ha favorito un maggiore afflusso turistico, come dicono i commercianti. Anche a Palazzo Strozzi c’era il pienone, con la lunga coda per il biglietto d’ingresso, come la si poteva vedere nelle esposizioni degli anni Novanta.
Allora sono proprio belle le opere esibite con un filo conduttore di eccellenza: una bellezza da essere divina! A cominciare dal biglietto d’ingresso, che riproduce la piccola Pietà di Vincent van Gogh, del 1889 circa in possesso ai Musei Vaticani. È la stessa immagine riprodotta nei bozzetti pubblicitari dei giornali stampati. C’è il Cristo con una barba fulva e corta; è una formula iconografica fuori dai canoni estetici tradizionali. La riflessione tra arte e sacralità qui vola per ogni sala espositiva.
Che piacere vedere nugoli di bambini accompagnati da un genitore o da altri! Ognuno con la propria audioguida, essi erano impegnati a cercare il numero sotto l’opera col simbolo di bambino. Poi tutti a bocca aperta ad ascoltare ciò che dice la voce registrata. Certo, alcuni di loro correvano un po’ di qua e un po’ di là, ma educare all’arte è un compito sociale, non solo della collaudata esperienza del team didattico di Palazzo Strozzi.
Pietà
Vincent van Gogh (Groot Zundert 1835-Auvers-sur-Oise 1890), (da Delacroix) 1889 circa, olio su tela, cm 41,5x34. Città del Vaticano, Musei Vaticani, inv. 23698.
Foto © Governatorato dello Stato della Città del Vaticano - Direzione dei Musei

Altri artisti internazionali della mostra sono un giovane Pablo Picasso, col dipinto del Cristo con la testa disumana, oppure un figurativo Max Ernst. La Madonna rappresentata da Edvard Munch (1885-1902) ti lascia senza parole, con la sua espressione di dolore. Le occhiaie affossate, il corpo nudo appena percepito ed altri stilemi classici del grande pittore nordico trasmettono l’ansia, l’insicurezza, quasi la tragedia del vivere quotidiano, ancor di più enfatizzati dai fatti di terrorismo e cronaca nera di questi ultimi mesi del 2015.
Ci sono poi opere di Jean-François Millet, Henri Matisse e due inquietanti volti di Georges Rouault. I prodotti artistici in mostra sono oltre cento. Tra gli artisti italiani si ricordano: Lucio Fontana, Emilio Vedova, Renato Guttuso, Gino Severini, Felice Casorati, Gaetano Previati, Domenico Morelli e Manzù.

Un ultimo frammento di Novalis che desidero menzionare, dopo aver visto la interessante mostra fiorentina, è quello col n. 1111. Esso dice: «La cosa interessante è la materia che si muove intorno alla bellezza. Dove c’è spirito e bellezza il meglio di tutte le nature si accumula in vibrazioni concentriche». Questa rassegna produce vibrazioni positive e fa meditare. Per quanto mi riguarda è stata una soave esperienza-emozione.  

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